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TULLIO CATALANO - Pittore - Critico darte -
A cosa volesse alludere Wassily Kandinsky quando ,allalbore e anche
a giustificazione delle prime esperienze astratte nel primo scorcio del secolo,
usci fuori con la lapidaria esclamazione tutto e lecito
,risulta sempre più riconducibile ,mano mano che limplacabile
ipoteca temporale sembra guadagnare terreno e lasciarci alle spalle lintero
vissuto del ponderato distacco critico dobbligo, piuttosto che ad una
perentoria e iconoclasta presa dunque di posizione ambigua e invalidante la
riuscita di risultati prossimi e ulteriori ( se non contigui ) quanto una
acccorta e meditata riflessione sulle metodologie e le condizioni dimpiego
del fare piuttosto in se inteso come aderenza ai significati espressi,
come pertnenza delle modalita disinibite della logica formale e formante
definitivamente e vocazionalmente adottata.
Liter intenzionale di Adriana Miccolis riconduce alla verifica di un
tale assunto espletato mediante la selezione di fatto e in fieri degli elementi
che compongono la sua ricca poetica: lelemento di fondo che comunque
traspare in filigrana ed emerge metafisicamente come dallinterno e dalle
fonti (letterali) dei suoi soggetti ,non naturalistici,ma puri pretesti di
realtà naturale, qualifica lintera querelle sul nominalismo interpretativo
della nozione comune di realismo ancor prima che su quella di rappresentazione
. La questione in pittura, di cui si parla tanto,e tutta qui;
se la trasgressione dello stile , alla quale si è tanto inneggiato
a sproposito ,e non solo al passato prossimo o remoto ,sia sufficiente a riequilibrare
in coefficienti non meramente citazionistici attraverso il mito dellavventura
pioneristica dellarte moderna,il taglio cesareo ed ormai occluso dei
suoi protagonisti ,delle sue diagnosi e soluzioni apparentemente provvisorie
,gestite nella buona fede dei suoi esegeti:dalla spazialita atmosferica
del plain aire impressionista al genere matissiano della natura morta ; dalla
settorialta episodica e sfaccettata del punto punto di vista
qualsiasi allimmanenza sconcertante di scorci prospettici che
non spalancano che panorami dalle ambigue connotazioni di reinbastite e inesitate
riconoscibilita oggettive, voli pindarici visivi al di la delle
attese previste ,e fuori lorario della memoria spietatamente geografica
.
FEDERICO GORIO - Urbanista -
-1994 - presentazione per una personale di A.M. a Roma:Galleria Eliseo -Forse
ero messo sullavviso dalla lunga dimestichezza del lavoro comune nel
campo duro e impietoso dellarchitettura; certo, gia allora, -
me lo ricordo come adesso e sono passati piu di due lustri - gia
allora, guardando un suo album di poche acque tinte, sul quale Adriana Miccolis
maveva chiesto un parere, avevo intravisto un fatto essenziale:dietro
allimmediatezza istintiva e spesso imprevedibile delle sue manifestazioni,
cera sempre, come costante e solida struttura di sostegno, un vero contrafforte,
una forza vitale che le faceva in ogni istante superare la fatica dellesistenza.
Se quella volta, a prima vista, il suo modo vaporoso di pennellare, maveva
richiamati alla mente certi acquarelli provenzali del Cezanne, gia allora
avevo avvertito, al di la della facile reminiscenza formale,la presenza
di un altro versante della sua natura sul quale era solidamente appoggiato
il lirismo viscerale di quei segni.
Ora , vedendo questa ricca produzione che Adriana oggi ci offre, sono certo
che il tempo mha dato ragione: il versante di sostegno, allora appena
intravisto, cera; e soddisfacendo i nostri auspici di allora, se
manifestato come una vigorosa lievitazione. Esso sposa la sognante genesi
pugliese a quella, che io chiamo, la sua ancestrale tenacia nordica; esso
sta nella instancabile ricerca di tramiti del comunicare il suo mondo interiore
e si esprime in quel suo gioioso e al tempo stesso disperato desiderio di
colloquio.
Dietro a quel nervoso e quasi impaziente modo di improvvisare, ha acquistato
solidita concreta e quasi palpabile il lavorio paziente e instancabile
sempre impegnato a perseguire lessenziale attraverso un processo che
tende a ridurre listantaneita della percezione al suo nocciolo
centrale: la solidita della memoria , la certezza dellessere.
E la tensione innata a voler trovare un ordine, una sistemazione alla
labilita del mondo esterno;una sorta di lucida ironia, complementare
allistinto e attenta a salvaguardare, di questo il costante e lucido
dominio.
Era questa la premessa allora lasciata appena trapelare nei suoi primi dipinti;
in sostanza il continuo tentativo di cogliere quanto ce di duraturo
nellattimo che non riusciamo ad afferrare. E Adriana lha saputa
fedelmente mantenere.
VITO APULEO - Critico darte -
-1994 - Il ritmo della memoria di Adriana Miccolis - Roma - Galleria Eliseo
- da Il Messaggero - Delicati acquerelli realizzati con stesure morbide che
nel proporsi come scorci visivi in cui il tempo scorre con il ritmo della
memoria, sensibilizzano la pagina narrativa comunicando una sensazione per
nulla tragica della realta.
VITO APULEO - Critico darte -
- 1997 - Roma - Galleria Eliseo - da Il Messaggero - Visioni di Roma e scorci
di paesaggio che scivolano con una pennellata fluida, brevi zone di una luce
che sembra filtrare da dietro, contrappunti cromatici che rispondono agli
inevitabili grafismi.Sono gli acquerelli di Adriana Miccolis, forti di una
componente poetica che sembra voglia essere lingenua sfida alle esperienze
non figurative del nostro tempo.
VANDA GUERRIERI - Psicologa -
Una Emozione trattenuta, questa arte che toglie senza mai aggiungere, quasi
a sfiorare nella sua delicatezza una essenza mai violata.
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